Cosa mangiare?
Lo spirito di un luogo vive e prospera in tutti gli aspetti della sua cultura, e quella emiliana ha fatto di un buon pasto sostanzioso la base di ogni ragionamento. Fondamentale quindi per comprendere al meglio il territorio e il senso che esso mette nelle cose, passare attraverso la sua cucina.
Al forno
Non di solo pane vivrà l’uomo reggiano, ma anche di gnocco e di erbazzone. Importante prima di tutto intendersi sui termini. Non focaccia, non pane, ma lo gnocco. Un impasto lievitato e cosparso di lardo prima della cottura, da mangiare al naturale oppure farcito di salume. Ne esiste una versione reggiana ma montanara (acquistabile dalla collina in su, sopra i 500 m slm per intenderci) farcita di panna (da cucina). Una ricetta rinforzata per gli indomiti spiriti di Appennino. L’erbazzone è invece una torta salata, composta di pasta sfoglia e ripiena di spinaci e Parmigiano Reggiano, anch’essa innaffiata, prima della cottura, da lardo. Anche in questo caso esiste una versione di montagna, che dentro alla pasta sfoglia, insieme agli spinaci, mette anche il riso. Appare subito evidente che la cucina reggiana è pensata per intense attività fisiche (o sonore dormite postprandiali).
Al ristorante
Per aprire le danze spesso sarete invitati ad affiancare un piatto di salumi misti al gnocco fritto, un impasto salato fritto da mangiare rovente. Niente di che, dalla descrizione, ma le parole non rendono nemmeno lontanamente la lussuriosa gioia papillare di una fetta di questo preziosissimo alimento.
Il primo piatto della cucina reggiana sono i tortelli. Pasta ripiena dunque, verdi alle erbe o gialli di zucca. A differenza dei fratelli parmigiani i tortelli verdi non prevedono l’aggiunta della ricotta nell’impasto, nella ricetta tradizionale, come quelli gialli di zucca non concepiscono neppure l’aggiunta di mostarda (come invece fanno i cugini mantovani).
Con abbondate burro e Parmigiano Reggiano sono il piatti tipico della reggianità.
Più genericamente emiliani, ma sempre differenti da territorio a territorio, i cappelletti in brodo (e non chiamateli tortellini che a Reggio Emilia se no non vi capiscono). Il mangiare della domenica, ripieni di carne e affogati nel brodo, i cappelletti sono il classico dei classici.
Il secondo della tradizione è poi il bollito misto, da servire con salsine (salsa verde in primis, agrodolce a base di aglio e prezzemolo) e cipolline borettane sottaceto (prodotto super DOP).
Il tutto abbondantemente innaffiato da un bicchiere di lambrusco, non certo un vino raffinato ma dai sentori sensuali e prodighi, adatto col suo frizzo impertinente a placare le bizze dei tracotanti sapori tradizionali.
I dolci
Al termine del pasto, in pasticceria o come merenda, i dolci della tradizione reggiana hanno un che’ di ambizioso che in bocca si rivela poi perfettamente in linea con la sovrabbondanza gustativa della cucina locale.
La torta di riso, dall’apparenza umile sobria, nasconde un trionfo di uova e vaniglia, tutta cremosità e avvolgenza, da far tremate i più conosciuti budini.
La zuppa inglese ha ben poco di straniero… pan di spagna e crema alla vaniglia e al cioccolato, insieme ad una bella inzuppata di Alchermes ne fanno un dolce… che va giù con pacere!
Rarissimo ormai anche anche in città, lo stracchino della duchessa, è un semifreddo a base di mascarpone e altri mille ingredienti (dai savoiardi, alla frutta secca alle gocce di cioccolato) che, vi capitasse di incontrare nei menù stagionali di qualche ristorante, dovrete assicurarvi di non perdere!
To take away
Un omaggio o un ricordo da portare a casa per continuare, nel tempo, a pensare alla gita in terra reggiana. Cosa meglio di un sapore per riportare alla mente una bella esperienza?
E così una punta di Parmigiano Reggiano avrebbe il solo difetto… di durare troppo poco! Una volta a casa infatti non è possibile resistere alla tentazione di divorarlo, scaglia per scaglia. Dai 12 mesi di stagionatura (più morbido e intensamente saporito) ai 24 e 36 mesi (via via la pasta si fa più soda e il sapore meno salino e più aromatico). E per i cultori…. Provate il tosone (strisce di Parmigiano Reggiano non ancora stagionato!).
Fin dai tempi del padre di Matilde di Canossa si produce l’Aceto Balsamico tradizionale di Modena e Reggio Emilia. Attenti alla dizione perché è fondamentale per comprare l’originale condimento dal gusto raffinatissimo, conosciuto in tutto il mondo. Aragosta, argento e oro sono le tre stagionature tra cui scegliere.
Li avrete probabilmente vista sul tavolo del ristorante e vi sarete chiesti cosa sono. I ciccioli. Carne di maiale pressata e fritta. Da insacchettare e portare a casa, per compensare i momenti di tristezza.
E a fine pasto serve… un nocino! Il liquore locale si fa con le noci in una lavorazione che ha del magico (servono infatti le noci raccolte e messe in infusione la notte di san Giovanni, l’equinozio d’estate, notte di streghe e vaticini!). Il suo potere miracoloso è solo quello digestivo, però (e basta e avanza).
Dove mangiare?
>> Puro reggiano
Ristorante Canossa
Via Roma 37, B
Chiuso il mercoledì
Tel: 0522 454196
La Morina
Corso Garibaldi 24/D
Chiuso il lunedì
Tel: 0522 431140
>> A chi piace (anche) naturale
Osteria Ghirba, biosteria
via Roma 76
Aperto tutti i giorni a pranzo. Dal mercoledì al sabato anche a cena. Chiuso la domenica
Tel: 320 288 3618
Interno TRE, ristorante vegetariano e vegano
via Fornaciari 3
Aperto tutti i giorni a pranzo. Aperto dal martedì al sabato a cena. Chiuso il lunedì.
Tel: 333 732 1715
Zazie
via San Carlo 9/b
Aperto tutti i giorni a pranzo.
Tel: 0522 432631
Forno Stria, pane bio a pasta madre
Viale Isonzo 48
Aperti a pranzo dal martedì al sabato.
Tel: 0522 271250
>> Menù reggiano con variazioni
Prospero Restaurant Wine Bar
Piazza San Prospero, 4
Tel: 0522 541543
Piatto unico
via Campo Marzio 17/b
Chiuso la domenica e lunedì.
Tel: 0522 454210
Dal Mascetti
via Roma 43
Aperto mercoledì, venerdì e sabato sera
Tel: 338.6329688
Osteria popolare Tabarin
Via dell’aquila 6
Chiuso il mercoledì e giovedì.
Tel: 0522 437068
Il pozzo
Viale Antonio Allegri 7
Chiuso la domenica.
Tel: 0522.451300
>> Alto livello per piccoli budget
Pasticceria Poli
Via Guidelli, 8
Tel: 0522 435778
Caffè Arti e Mestieri
via Emilia San Pietro 16
Tel: 0522 432202 (menu pranzo 10,00 €)
Ristorante Le Notarie
via Aschieri 4
Tel: 0522 453700 (menu pranzo 10,50 €)