Social Cohesion Days, II edizione

26 - 27 - 28 maggio 2016, Reggio Emilia

Reggio Emilia: la guida essenziale

Storia, consigli e info utili per vivere appieno la città

Reggio Emilia è una città da sempre vocata al sociale. Qui si svolse l’occupazione più lunga d’Italia, qui nacquero le cooperative e sempre qui un cittadino su cinque è impegnato in attività di volontariato. Ma è anche una città votata alla cultura, cibo e al divertimento. Qui una guida per viverla al meglio durante i giorni del festival

Arrivare e muoversi

Arrivare e muoversi

A Reggio Emilia in:
Auto: Per arrivare a Reggio Emilia in auto è necessario percorrere l'autostrada del Sole A1, uscita Reggio Emilia. Arrivati in città è possibile parcheggiare in diversi grandi posteggi: A) Caserma Zucchi, ingesso da viale Timavo (zona centro) Parcheggio a pagamento B) Piazzale Marconi, Stazione centrale (zona centro) Attivo il servizio Bicittà per il noleggio biciclette. Parcheggio a pagamento. C) Gasometro,…

Auto: Per arrivare a Reggio Emilia in auto è necessario percorrere l'autostrada del Sole A1, uscita Reggio Emilia.
Arrivati in città è possibile parcheggiare in diversi grandi posteggi:

A) Caserma Zucchi, ingesso da viale Timavo (zona centro) Parcheggio a pagamento
B) Piazzale Marconi, Stazione centrale (zona centro) Attivo il servizio Bicittà per il noleggio biciclette. Parcheggio a pagamento.
C) Gasometro, ingresso da via Pansa (zona centro) Parcheggio a pagamento
D) Ex Polveriera, ingresso da viale Olimpia (zona centro) Collegato con il centro di Reggio Emilia con servizio di Minibu E gratuito
E) Via Cecati (zona centro/sud) Collegato con il centro di Reggio Emilia con servizio di Minibu G gratuito. Attivo il servizio Bicittà per il noleggio biciclette.
F) Centro commerciale Il Volo, via Fratelli Cervi (zona ovest) Collegato con il centro di Reggio Emilia con servizio di Minibu E gratuito
G) Ex Foro Boario, via Fratelli Manfredi (zona nord) Collegato con il centro di Reggio Emilia con servizio di Minibu G gratuito. Attivo il servizio Bicittà per il noleggio biciclette. Parcheggio attrezzato anche per sosta Camper.
H) Piazzale Atleti Azzurri d'Italia, presso il centro commerciale I Petali (zona nord/est) Collegato con il centro di Reggio Emilia con servizio di Minibu H gratuito Parcheggio attrezzato anche per sosta Camper.
I) Piazzale Funakoshi (zona est) Collegato con il centro di Reggio Emilia con servizio di Minibu E gratuito
L) Piazzale Europa (zona est) Parcheggio attrezzato anche per sosta Camper.
M) Le Querce, via delle querce 9 (zona sud) Collegato con il centro di Reggio Emilia con servizio di Minibu G gratuito

Treno: Reggio Emilia è servita da diverse linee ferroviarie, sia locali che veloci, ed è possibile arrivare in Stazione centrale (piazzale Marconi), situata a circa 1 km dal centro città e servita di diverse linee di autobus per il centro oppure alla Stazione Mediopadana, attraverso linee ad alta velocità. La Stazione Mediopadana (via città del Tricolore), progettata dall'architetto Santiago Calatrava, si trova a circa 5 km dal centro città ed è collegata tramite autobus (linea 5 e linea 9) e dalla linea ferroviaria che collega alla Stazione centrale. È inoltre presente in entrambe le stazioni il servizio taxi.

Aereo: Gli aeroporti più vicini a Reggio Emilia sono l'aeroporto di Parma e il G. Marconi di Bologna. Dall'aeroporto di Parma è possibile poi prendere il bus n. 6 che collega con la stazione ferroviaria di Parma. Dall'aeroporto di Bologna è possibile prendere il bus navetta che collega con la stazione ferroviaria di Bologna.

I mezzi pubblici: la città di Reggio Emilia è servita da un servizio di bus e minibus urbani. Dal sito di SETA è possibile identificare orari e percorsi.

Taxi: per richiedere il servizio è possibile telefonare al numero 0522.452545. In centro città sono solitamente aree di posteggio taxi: • Di fronte alla Stazione Ferroviaria di Piazzale Marconi
• Stazione Mediopadana
• Piazza Roversi,
• Piazza Gioberti
• Via Spallanzani, fronte Via Secchi.

Biciclette: con il servizio Bicittà è possibile prendere a noleggio una bicicletta (costo 4,00 €/giorno). Le postazioni sono in: Via San Pietro Martire, Via Cecati, Ex Foro Boario, Stazione Trenitalia (via Turri 4/a). Info sul sito del Comune di Reggio Emilia.

Cavallerizza (Auditorium Cesare Zavattini)

Cavallerizza (Auditorium Cesare Zavattini)

Auditorium
L'auditorium Cesare Zavattini è un luogo caro alla memoria dei reggiani che non a caso, nella loro totalità, lo chiamano “La Cavallerizza”. Fino alla seconda Guerra Mondiale si trattava infatti di un maneggio per cavalli annesso all'adiacente Caserma Zucchi (ora sede dell'Università di Modena e Reggio Emilia) e solo nel 1994, terminati i restauri, è stato destinato a sede teatrale.…

L'auditorium Cesare Zavattini è un luogo caro alla memoria dei reggiani che non a caso, nella loro totalità, lo chiamano “La Cavallerizza”. Fino alla seconda Guerra Mondiale si trattava infatti di un maneggio per cavalli annesso all'adiacente Caserma Zucchi (ora sede dell'Università di Modena e Reggio Emilia) e solo nel 1994, terminati i restauri, è stato destinato a sede teatrale. La sua eterogenea origine ne fa un luogo flessibile, uno spazio malleabile e intimo -pur arrivando ad una capienza di 450 posti – perfetto per contesti diversi, dai concerti alla prosa finanche ai dibattiti. Un luogo di sperimentazione in cui la parola assume peso e significato.

Musei Civici

Musei Civici

Museo dei musei
I musei di Reggio Emilia sono un museo dei musei. Oltre infatti alle importanti collezioni raccontano con le proprie forme, con i differenti allestimenti, la storia, l'evoluzione e il cambio dei gusti in fatto di esposizione, arte e storia. Il Museo Spallanzani di Storia Naturale è ancora come il suo creatore lo ideò nel 1799, ricco di oggetti esotici, scherzi…

I musei di Reggio Emilia sono un museo dei musei. Oltre infatti alle importanti collezioni raccontano con le proprie forme, con i differenti allestimenti, la storia, l'evoluzione e il cambio dei gusti in fatto di esposizione, arte e storia. Il Museo Spallanzani di Storia Naturale è ancora come il suo creatore lo ideò nel 1799, ricco di oggetti esotici, scherzi della natura, curiosità animali e reperti antichi. Il Museo di paleontologia “Gaetano Chierici” è un modello unico sia come contenuti che come allestimento. La Galleria Parmeggiani, con le sue pareti in rosso pompeiano e il suo pastiche ti elementi diversi è un esempio curiosissimo di gusto - e falsificazione - ottocentesca. Un viaggio nel viaggio insomma, che anche attraverso la Galleria dei Marmi - luogo incantevole e magico – il Museo di Reggio in età romana e la Pinacoteca Antonio Fontanesi contribuisce alla conoscenza della storia locale senza perdere di vista la pluralità dei linguaggi e la sperimentazione di approcci culturali differenti. Il nuovo allestimento dell'architetto Italo Rota, inaugurato nel 2014, porta un ulteriore affascinante contributo a questa storia in continua evoluzione, a testimonianza di una vita culturale ben viva e vegeta.

Parco del Popolo

Parco del Popolo

Cuore della città
Parco centralissimo, cuore della città che dal Trecento ospitava la cittadella militare e che nel 1848 fu abbattuta per far spazio… ad un ippodromo! La forma ad anello consentiva infatti lo svolgimento di gare ippiche (popolarissime nell'Ottocento). L'ippodromo fu poi spostato, come le gare sportive che vi si tenevano e il parco rimase solo un parco. La passeggiata è tuttavia…

Parco centralissimo, cuore della città che dal Trecento ospitava la cittadella militare e che nel 1848 fu abbattuta per far spazio… ad un ippodromo! La forma ad anello consentiva infatti lo svolgimento di gare ippiche (popolarissime nell'Ottocento). L'ippodromo fu poi spostato, come le gare sportive che vi si tenevano e il parco rimase solo un parco. La passeggiata è tuttavia ancora oggi godevolissima. Non si trovano più eleganti amazzoni e cavalieri, ma circa 30 specie botaniche, in maggioranza sempreverdi e in particolare cedri del Libano. Nel tempo il giardino fu ingentilito ulteriormente con numerosi monumenti. Il più importante è forse il monumento funerario romano ai Concordi, ma statue e fontane abbondano su tutto il percorso creando scorci e angoli intimi. In mezzo al Parco del Popolo si trova l'Asilo Diana, il nucleo da cui partì il progetto di Loris Malaguzzi, ideato e costruito nel 1970 e diventato il modello e l'emblema del suo progetto pedagogico. Un simbolo importante per la storia reggiana!

2 giorni a Reggio Emilia

2 giorni a Reggio Emilia

Cosa visitare per poter dire di avere colto l'essenza della città?
In primo luogo è fondamentale il giro delle piazze per orientarsi nella città e comprenderne dimensioni, distanze, stili di vita. Partendo da piazza della Vittoria è possibile vedere lo storico Teatro Municipale dedicato a Romolo Valli. Il Teatro fu inaugurato nel 1856 ed è una delle più compiute espressione di stile neoclassico emiliano. Nella stessa piazza si trovano anche il…

In primo luogo è fondamentale il giro delle piazze per orientarsi nella città e comprenderne dimensioni, distanze, stili di vita. Partendo da piazza della Vittoria è possibile vedere lo storico Teatro Municipale dedicato a Romolo Valli. Il Teatro fu inaugurato nel 1856 ed è una delle più compiute espressione di stile neoclassico emiliano. Nella stessa piazza si trovano anche il Teatro Ariosto (non lontano dalla Cavallerizza) e la Galleria Parmeggiani, riconoscibile per la sua torretta neogotica. Sulla destra del Teatro Valli si trova invece il complesso del monastero di San Francesco, che oggi ospita la nutrita collezione dei Musei Civici. Proseguendo verso piazza del Monte si incontra, da sinistra, il seicentesco palazzo Bussetti, riconoscibile per il lanternone d’angolo. Sulla piazza affaccia anche il palazzo del Capitano del Popolo (Hotel Posta), edificio medievale rivisitato però in gusto storicista nei primi anni del Novecento. Di fronte il palazzo del Monte di Pietà (ora sede dell’Unicredit), prima sede municipale della città. Di fronte scorre la via Emilia, tracciato romano risalente al 187 a. C.

Più oltre si trova piazza Prampolini, dedicata al primo sindaco socialista d’Italia. Proprio di fronte al Palazzo del Monte di Pietà si trova l’antica statua rappresentante il fiume Crostolo (che fino al 1300 circa scorreva all’interno della città) e risalente al XVII secolo. Da destra si incontra il palazzo delle Notarie (con l’alto e celeberrimo “portico dell’impiccato”).

Percorrendo brevemente via dell’Angelo si incontra la casa Malaguzzi (riconoscibile per il piccolo bassorilievo raffigurante un angelo sullo spigolo della costruzione) casa natale della madre di Ludovico Ariosto. Proseguendo nella piazza si trova il palazzo municipale, all’interno della quale si trova la Sala del Tricolore ed il relativo museo. Alle sue spalle spicca sulla piazza la torre del bordello. Il luogo di piacere a cui allude il nome pare non si trovasse proprio nella torre, ma nella via sottostante. Sul lato sinistro della piazza si incontra poi il palazzo del Vescovado all’interno del quale si incastona il sottopassaggio pedonale del “Broletto” (gli antichi “broli” o orti dei canonici), la Cattedrale della Santissima Annunziata e infine il Battistero.

Attraversando il Broletto si giunge in piazza San Prospero. Alle nostre spalle si trova l’articolata mole delle absidi del Duomo. Di fronte si trova invece la chiesa dedicata al patrono cittadino san Prospero, vescovo di Reggio Emilia nel V secolo d. C. Da non perdere all’interno la decorazione absidale di Camillo Procaccini rappresentante il Giudizio Universale. Di grande interesse anche la torre campanaria ottagonale in arenaria, per la quale la tradizione narra che partecipò alla progettazione anche Giulio Romano, in quegli anni a Mantova. Proseguendo dietro la torre campanaria si giunge in via san Carlo. Lungo la strada, sulla destra, la severa facciata della sconsacrata chiesa seicentesca di San Carlo. Sulla sinistra invece sporge l’alto arco della casa dei commercianti di panno. Anticamente si trovavano lungo questa via le concerie della città. La casa si contraddistingue per la figura di caprone nel capitello. Al termine della via si trova piazza Fontanesi, suggestivamente incorniciata da palazzi costruiti tra il Quattrocento e il Settecento.

Tornando in piazza Prampolini è possibile proseguire da via Farini (alla destra del Municipio). Su questa via si trovano la chiesa e il palazzo San Giorgio. La chiesa è stata restaurata e riconsacrata durante il Giubileo del 2000. Il palazzo è ora sede della Biblioteca Municipale “A. Panizzi”. Gli amanti dell’arte contemporanea non dovranno perdere, all’interno di essa il dipinto di Sol Lewit “Whirls and Twirls”. In fondo alla via si giunge in piazza del Cristo. Sulla sinistra l’interessante forma di palazzo Rangone e della settecentesca Chiesa del Cristo. Sulla destra parte corso Garibaldi antico letto del torrente Crostolo. lungo la via, sulla sinistra da non perdere Palazzo Magnani importante sede museale provinciale e sulla sinistra la grande Basilica della Ghiara, che anche Federcio Zeri definì “la più grande pinacoteca del Seicento emiliano”.

Giunti all’obelisco che segna il termine della via è possibile girare a destra, lungo la via Emilia. Dopo qualche centinaia di metri, sulla sinistra, è possibile inoltrarsi in via dell’Aquila. La stretta stradina rappresenta l’arteria centrale dell’antico Ghetto ebraico (l’aquila citata nella toponomastica era il simbolo estense che caratterizzava il cancello del ghetto che ogni sera veniva rinchiuso). Sulla destra si incontra la sinagoga, ricostruita dopo la distruzione avvenuta nella seconda Guerra Mondiale. La Torah reggiana fu portata dopo la guerra a Gaifa (Israele), oggi l’edificio è visitabile ma non vi si tengono celebrazioni di culto. Proseguendo fino alla fine della via e poi girando verso destra si arriva su Corso Cairoli, proprio sul lato della Galleria Parmeggiani. Se sono presenti le guide fatevi raccontare la storia di questo avventuriero reggiano, che pare abbia spacciato i suoi “falsi d’autore” ai più grandi musei di tutto il mondo. Ciò detto siamo tornati al nostro punto di partenza.

Una volta visitato il nucleo storico principale della città è possibile scegliere itinerari e approfondimenti diversi. Di particolare interesse, dopo tante testimonianze antiche, visitare alcuni dei luoghi che sono stati protagonisti delle vicende moderne della città e, in qualche modo, ne rappresentano il futuro. Uscendo dal centro città una visita memorabile è quella alla Stazione AV Mediopadana e ai ponti in prossimità dell'uscita autostradale progettati da Santiago Calatrava, entrambi elementi di un nuovo e moderno panorama urbano che sta diventando il nuovo volto della città. Altro spazio di sicuro interesse è quello dello del Centro Internazionale Loris Malaguzzi che occupa gli edifici della ex Locatelli, in un intervento di recupero di architetture e spazi industriali, così restituiti all'uso della città. Accanto merita una visita il progetto del Tecnopolo, anch'esso partito dal recupero di alcuni spazi industriali delle Officine Reggiane e destinato a diventare un laboratorio di ricerca industriale e universitaria. Il muro di cinta che circonda l'edificio è stato poi arricchito con una serie di murales che ripercorrono la storia delle Reggiane dalla fondazione, nel 1904, alla chiusura. Un importante brano di storia locale che viene così raccontato per tornare a vivere. Recupero è stata la parola d'ordine anche per la realizzazione della nuova sede della Fondazione Nazionale della Danza Compagnia Aterballetto, in una ex fonderia della Lombardini Motori, costruita nel 1938. Il design originale, valorizzato nella nuova struttura dialoga con sale prova e attrezzi di allenamento per ballerini: lunga 65 m, larga 16 e alta 13. L'esterno inoltre è stato allestito con l'opera di Eliseo Mattiacci “Danza di Astri e di Stelle”, realizzata nel 2006.

Cosa e dove mangiare

Cosa e dove mangiare

Alla scoperta della cucina emiliana
Cosa mangiare?Lo spirito di un luogo vive e prospera in tutti gli aspetti della sua cultura, e quella emiliana ha fatto di un buon pasto sostanzioso la base di ogni ragionamento. Fondamentale quindi per comprendere al meglio il territorio e il senso che esso mette nelle cose, passare attraverso la sua cucina.Al fornoNon di solo pane vivrà l'uomo reggiano, ma…

Cosa mangiare?

Lo spirito di un luogo vive e prospera in tutti gli aspetti della sua cultura, e quella emiliana ha fatto di un buon pasto sostanzioso la base di ogni ragionamento. Fondamentale quindi per comprendere al meglio il territorio e il senso che esso mette nelle cose, passare attraverso la sua cucina.

Al forno

Non di solo pane vivrà l'uomo reggiano, ma anche di gnocco e di erbazzone. Importante prima di tutto intendersi sui termini. Non focaccia, non pane, ma lo gnocco. Un impasto lievitato e cosparso di lardo prima della cottura, da mangiare al naturale oppure farcito di salume. Ne esiste una versione reggiana ma montanara (acquistabile dalla collina in su, sopra i 500 m slm per intenderci) farcita di panna (da cucina). Una ricetta rinforzata per gli indomiti spiriti di Appennino. L'erbazzone è invece una torta salata, composta di pasta sfoglia e ripiena di spinaci e Parmigiano Reggiano, anch'essa innaffiata, prima della cottura, da lardo. Anche in questo caso esiste una versione di montagna, che dentro alla pasta sfoglia, insieme agli spinaci, mette anche il riso. Appare subito evidente che la cucina reggiana è pensata per intense attività fisiche (o sonore dormite postprandiali).

Al ristorante

Per aprire le danze spesso sarete invitati ad affiancare un piatto di salumi misti al gnocco fritto, un impasto salato fritto da mangiare rovente. Niente di che, dalla descrizione, ma le parole non rendono nemmeno lontanamente la lussuriosa gioia papillare di una fetta di questo preziosissimo alimento.

Il primo piatto della cucina reggiana sono i tortelli. Pasta ripiena dunque, verdi alle erbe o gialli di zucca. A differenza dei fratelli parmigiani i tortelli verdi non prevedono l'aggiunta della ricotta nell'impasto, nella ricetta tradizionale, come quelli gialli di zucca non concepiscono neppure l'aggiunta di mostarda (come invece fanno i cugini mantovani).
Con abbondate burro e Parmigiano Reggiano sono il piatti tipico della reggianità.

Più genericamente emiliani, ma sempre differenti da territorio a territorio, i cappelletti in brodo (e non chiamateli tortellini che a Reggio Emilia se no non vi capiscono). Il mangiare della domenica, ripieni di carne e affogati nel brodo, i cappelletti sono il classico dei classici.

Il secondo della tradizione è poi il bollito misto, da servire con salsine (salsa verde in primis, agrodolce a base di aglio e prezzemolo) e cipolline borettane sottaceto (prodotto super DOP).

Il tutto abbondantemente innaffiato da un bicchiere di lambrusco, non certo un vino raffinato ma dai sentori sensuali e prodighi, adatto col suo frizzo impertinente a placare le bizze dei tracotanti sapori tradizionali.

I dolci

Al termine del pasto, in pasticceria o come merenda, i dolci della tradizione reggiana hanno un che' di ambizioso che in bocca si rivela poi perfettamente in linea con la sovrabbondanza gustativa della cucina locale.
La torta di riso, dall'apparenza umile sobria, nasconde un trionfo di uova e vaniglia, tutta cremosità e avvolgenza, da far tremate i più conosciuti budini.
La zuppa inglese ha ben poco di straniero… pan di spagna e crema alla vaniglia e al cioccolato, insieme ad una bella inzuppata di Alchermes ne fanno un dolce… che va giù con pacere!
Rarissimo ormai anche anche in città, lo stracchino della duchessa, è un semifreddo a base di mascarpone e altri mille ingredienti (dai savoiardi, alla frutta secca alle gocce di cioccolato) che, vi capitasse di incontrare nei menù stagionali di qualche ristorante, dovrete assicurarvi di non perdere!

To take away

Un omaggio o un ricordo da portare a casa per continuare, nel tempo, a pensare alla gita in terra reggiana. Cosa meglio di un sapore per riportare alla mente una bella esperienza?

E così una punta di Parmigiano Reggiano avrebbe il solo difetto… di durare troppo poco! Una volta a casa infatti non è possibile resistere alla tentazione di divorarlo, scaglia per scaglia. Dai 12 mesi di stagionatura (più morbido e intensamente saporito) ai 24 e 36 mesi (via via la pasta si fa più soda e il sapore meno salino e più aromatico). E per i cultori…. Provate il tosone (strisce di Parmigiano Reggiano non ancora stagionato!).

Fin dai tempi del padre di Matilde di Canossa si produce l'Aceto Balsamico tradizionale di Modena e Reggio Emilia. Attenti alla dizione perché è fondamentale per comprare l'originale condimento dal gusto raffinatissimo, conosciuto in tutto il mondo. Aragosta, argento e oro sono le tre stagionature tra cui scegliere.

Li avrete probabilmente vista sul tavolo del ristorante e vi sarete chiesti cosa sono. I ciccioli. Carne di maiale pressata e fritta. Da insacchettare e portare a casa, per compensare i momenti di tristezza.

E a fine pasto serve… un nocino! Il liquore locale si fa con le noci in una lavorazione che ha del magico (servono infatti le noci raccolte e messe in infusione la notte di san Giovanni, l'equinozio d'estate, notte di streghe e vaticini!). Il suo potere miracoloso è solo quello digestivo, però (e basta e avanza).

 

Dove mangiare?

>> Puro reggiano

Ristorante Canossa
Via Roma 37, B
Chiuso il mercoledì
Tel: 0522 454196

La Morina
Corso Garibaldi 24/D
Chiuso il lunedì
Tel: 0522 431140

>> A chi piace (anche) naturale

Osteria Ghirba, biosteria
via Roma 76
Aperto tutti i giorni a pranzo. Dal mercoledì al sabato anche a cena. Chiuso la domenica
Tel: 320 288 3618

Interno TRE, ristorante vegetariano e vegano
via Fornaciari 3
Aperto tutti i giorni a pranzo. Aperto dal martedì al sabato a cena. Chiuso il lunedì.
Tel: 333 732 1715

Zazie
via San Carlo 9/b
Aperto tutti i giorni a pranzo.
Tel: 0522 432631

Forno Stria, pane bio a pasta madre
Viale Isonzo 48
Aperti a pranzo dal martedì al sabato.
Tel: 0522 271250

>> Menù reggiano con variazioni

Prospero Restaurant Wine Bar
Piazza San Prospero, 4
Tel: 0522 541543

Piatto unico
via Campo Marzio 17/b
Chiuso la domenica e lunedì.
Tel: 0522 454210

Dal Mascetti 
via Roma  43 
Aperto mercoledì, venerdì e sabato sera

Tel: 338.6329688

Osteria popolare Tabarin
Via dell'aquila 6
Chiuso il mercoledì e giovedì.
Tel: 0522 437068

Il pozzo
Viale Antonio Allegri 7
Chiuso la domenica.
Tel: 0522.451300

>> Alto livello per piccoli budget

Pasticceria Poli
Via Guidelli, 8
Tel: 0522 435778

Caffè Arti e Mestieri
via Emilia San Pietro 16
Tel: 0522 432202 (menu pranzo 10,00 €)

Ristorante Le Notarie
via Aschieri 4
Tel: 0522 453700 (menu pranzo 10,50 €)

 

Breve storia di Reggio Emilia

Breve storia di Reggio Emilia

Si dice che i reggiani abbiano le testa “quadra”.
Ce lo conferma fin il dal 1614 il letterato poeta Alessandro Tassoni che nel suo poema eroicomico La secchia rapita fa derivare questa conformazione direttamente da Giove, il quale prendendo a schiaffi i poveri reggiani in fuga dopo una sconfitta coi modenesi avrebbe così definitivamente modificato l'aspetto dei reggiani. Ripercorrere la storia a ritroso fino a scoprire da dove trae…

Ce lo conferma fin il dal 1614 il letterato poeta Alessandro Tassoni che nel suo poema eroicomico La secchia rapita fa derivare questa conformazione direttamente da Giove, il quale prendendo a schiaffi i poveri reggiani in fuga dopo una sconfitta coi modenesi avrebbe così definitivamente modificato l'aspetto dei reggiani. Ripercorrere la storia a ritroso fino a scoprire da dove trae origine tale caratteristica potrebbe essere un viaggio molto lungo. Antiche infatti sono le origini degli abitanti reggiani: dalle tracce del paleolitico ai villaggi del neolitico. Dopo un'intensa fase di abitazione etrusca -specialmente verso l'area modenese – e gli insediamenti di Celti e Liguri (da questi sembra derivino le famose teste quadre ma anche, probabilmente, l'introduzione dell'allevamento dei maiali, economia ancora oggi rilevante per il reggiano) si avvia, intorno al 193 a.C. la colonizzazione romana, che porterà alla fondazione del castrum di Regium Lepidi, la Reggio Emilia che conosciamo oggi.

Matilde di Canossa e il suo casato monopolizzano la politica e influenzano il territorio reggiano nel Medioevo: del 1077 è la storica umiliazione di Canossa dell'imperatore Enrico IV. Dopo secoli di alterne vicende nel 1402 Reggio Emilia viene conquistata da Niccolò d'Este ed entra a fare parte dei possedimenti della famiglia Estense, a cui apparterrà anche quando, nel 1598 Ferrara tornerà di proprietà del Papa e Cesare d'Este sposterà la nuova capitale a Modena (con sommo sdegno dei reggiani che, per rivalsa, faranno erigere la Basilica della Beata Vergine della Ghiara come segno della loro importanza e ricchezza). Reggio Emilia fu anche la città in cui venne creato il tricolore, la bandiera italiana, usata come simbolo nella Campagna d'Italia e nelle successive guerre d'indipendenza nazionale e oggi sancita, nelle sue forme e colori, dalla Carta Costituzionale. L'Otto e Novecento, anni di incredibile evoluzione economica e sociale anche per il territorio reggiano, portano alla nascita del movimento cooperativo. Partendo infatti dal mondo agricolo con le Società di mutuo soccorso, si estenderanno a molti settori produttivi facendo oggi, della cooperazione, un elemento caratterizzante dell'economia del territorio. Grande fu, tra il 1943 e il 1945 il contributo di coraggio e sangue al movimento partigiano di liberazione nazi-fascista, come dimostra l'uccisione, diventata simbolo di quegli anni, dei sette fratelli Cervi. Nel dopo-guerra gli anni di boom non hanno mancato di incidere sul territorio reggiano, che è diventato una delle realtà economiche più rilevanti sul piano nazionale senza mai dimenticare, e anzi riservando sempre studio e risorse, ad una contestuale crescita sociale, come dimostra il consolidamento di un sistema sanitario d'eccellenza e di un percorso educativo 0-6 definito nel 1991 dal settimanale americano Newsweek “il più bello del mondo”.

Il tuo browser non è aggiornato!

Aggiornalo per vedere questo sito correttamente.Aggiorna ora

×