Dibattiti, mostre, spettacoli e concerti
Dibattiti, mostre, spettacoli e concerti
Saluti di benvenuto: Luca Vecchi e Raul Cavalli, Comitato Promotore
Intervento: Patrizio Bianchi, Assessore al coordinamento delle politiche europee allo sviluppo, scuola, formazione professionale, università, ricerca e lavoro, Regione Emilia Romagna
La felicità è una questione sociale più che psicologica. E’ questo il punto di partenza di un campo emergente dell’economia politica conosciuto come “Economia della felicità” secondo il quale alla base della felicità ci sono condizioni oggettive legate ad aspetti economici, politici e sociali. Le popolazioni più felici non sono quindi quelle dove si realizza una mera ricchezza economica ma quelle che possono contare su un sistema di welfare che garantisca giustizia sociale, inclusione, accesso ai servizi sanitari, dignità. Siamo pronti a rivedere il modello produttivistico che mette al centro della crescita il Pil per spostarci su un modello che ruota attorno allo sviluppo umano, secondo gli insegnamenti di Amartya Sen e Martha Nussbaum? Come rivedere le politiche pubbliche in un’ottica che vede le riforme volte al sostegno delle fasce deboli della popolazione, dell’integrazione degli immigrati, dello sviluppo dei servizi come imprescindibili per restituire una società più coesa e, quindi, più felice? Di come le politiche sociali concorrano a creare relazioni in grado di garantire benessere alla società, permettendo ai cittadini un progetto di vita dignitoso e responsabile parlerà il politologo statunitense Benjamin Radcliff, una delle voci più autorevoli nel campo dell’Economia della felicità, assieme allo studioso Alexander Pacek, la cui ricerca si focalizza sul rapporto tra life-satisfaction e politica. A moderare l’incontro il giornalista Ferruccio de Bortoli.
Benjamin Radcliff, University of Notre Dame e Alexander Pacek, Texas A&M University, “La politica della felicità”.
Conduce: Ferruccio De Bortoli
La seconda edizione dei Social Cohesion Days lancia le attività dell’Osservatorio internazionale sulla Coesione e Inclusione Sociale (OCIS).
In occasione del Festival verrà presentato il primo lavoro di analisi realizzato dall’Osservatorio: una mappatura che identifichi le realtà italiane della solidarietà e della coesione sociale e che consenta di ottenere dati utili anche a fini comparativi, in modo da posizionare l’Italia nel contesto internazionale.
Per realizzare la mappatura è stato creato un indicatore composito, prendendo in considerazione indicatori – ognuno dei quali rappresentativo degli elementi fondamentali caratterizzanti il concetto di coesione sociale – quali: relazioni sociali, economia, parità di genere (in parlamento), cultura, inclusione sociale e non discriminazione, ambiente, e fiducia. L’evento verrà introdotto da una overview sulle politiche di coesione sociale in Europa, a cura del Dipartimento per la Coesione Sociale del Consiglio d’Europa.
Intervengono:
“La coesione sociale in Europa”
Annachiara Cerri, Consiglio d’Europa, Dipartimento della Carta Sociale Europea
“Misurare la coesione sociale: regioni italiane a confronto”
Paolo R. Graziano, Università degli Studi di Padova e Osservatorio internazionale per la Coesione e l’Inclusione Sociale
Intervista a Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali.
*In sostituzione del Ministro interverrà Luigi Bobba, Sottosegretario di Stato al Lavoro.
Conduce: Ferruccio De Bortoli
L’Indennità di accompagnamento (IDA) rappresenta una dei più importanti risultati ottenuti nel campo della disabilità grave e non autosufficienza in Italia in quasi un quarantennio. Il numero crescente di beneficiari in questi decenni, la loro distribuzione per fasce di età, l’importo del trasferimento indicano come questo schema, inizialmente pensato negli anni ’80 quale strumento integrativo per il supporto di disabili giovani ed adulti all’interno di una rete di servizi pubblici di varia natura, abbia ormai raggiunto una platea molto più vasta e differenziata di bisogni e di beneficiari. Le risorse investite in questo programma non sono assolutamente trascurabili e superano in maniera consistente i 10 miliardi di euro. Oggi occorre aprire una riflessione congiunta per migliorare l’efficienza del sistema garantendo una maggiore integrazione tra questo strumento e la rete dei servizi.
Introduce:
– Massimo Campedelli, Università Sant’Anna di Pisa e membro Comitato Scientifico Fondazione Easy Care
Ne parlano:
– Nina Daita, Responsabile ufficio Politiche disabilità, CGIL Nazionale
– Vincenzo Falabella, Presidente FISH Onlus
– Marco Ghersevich, Direttore centrale Invalidità civile, INPS
– Luca Vecchi, Sindaco Città Reggio Emilia e Responsabile della delega “Welfare e Politiche Sociali” ANCI
Modera: Augusto Battaglia
Scarica le slide introduttive dell’intervento di Campedelli
(*) La partecipazione all’evento è valida per l’ottenimento di crediti formativi dell’Ordine degli Assistenti Sociali. Per il riconoscimento dei crediti è necessaria la registrazione presso l’info point.
Il 28.3% degli individui e il 32.1% dei minori sotto i 18 sono a rischio di povertà ed esclusione sociale: cifre che collocano l’Italia all’ottavo e al settimo posto tra i paesi dell’UE28 con più elevata incidenza della povertà. Tale situazione è la drammatica conseguenza della combinazione tra Grande Recessione, la cronica “mancanza di lavoro” in alcune aree del paese, nonché la debolezza delle politiche di contrasto alla povertà, entro cui spicca l’assenza di uno schema nazionale di Reddito Minimo. A livello sub-nazionale, invece, l’ultimo decennio ha visto alcune regioni varare schemi sperimentali di Reddito Minimo per fronteggiare l’emergenza e tassi di deprivazione materiale che variano tra il 26% della Sicilia e il 2.8% nella Provincia di Trento. Parallelamente, sono andate emergendo alleanze tra attori sociali diversi – sindacati, associazioni del mondo cattolico, organizzazioni del terzo settore – che hanno lanciato importanti campagne per l’introduzione di una rete di protezione minima contro la povertà e l’esclusione sociale. Il rafforzamento delle misure redistributive di contrasto a povertà e deprivazione materiale è infatti oggi un imperativo non solo per rilanciare i consumi e sostenere la crescita economica, ma anche come irrinunciabile scelta di civiltà per le società a più elevato sviluppo economico. Ma come funzionano gli schemi di Reddito Minimo introdotti nelle regioni italiane? Chi ne beneficia e quali effetti producono? Come si può evitare che i beneficiari rimangano “intrappolati” nella condizione di povertà? Quali sono le sfide sul piano della governance e del coordinamento tra le iniziative regionali, le misure anti-povertà recentemente introdotte del governo e i tradizionali programmi comunali? Quale ruolo è immaginabile, in questo settore, per associazioni e organizzazioni del Terzo Settore?
Proiezione del video documentario “Social Cohesion Tour 2016”
Introduce:
Matteo Jessoula, Osservatorio internazionale su Coesione e Inclusione Sociale e Università degli Studi di Milano
Ne parlano:
– Giuseppe De Marzo, resp. Campagna “Miseria Ladra” LIBERA
– Titti De Simone, Consigliera di Presidenza, Regione Puglia
– Elena Granaglia, Università degli Studi di Roma Tre e Osservatorio per la Coesione Sociale
– Ileana Olivo, Direttrice del Servizio Politiche Sociali, Regione Trentino-Alto Adige
– Marcello Natili, Università degli Studi di Milano
– Vincenzo Colla , Segretario Regionale CGIL Emilia Romagna
Modera: Luca Mattiucci
Scarica le slide introduttive dell’intervento di Jessoula
(*) La partecipazione all’evento è valida per l’ottenimento di crediti formativi dell’Ordine degli Assistenti Sociali. Per il riconoscimento dei crediti è necessaria la registrazione presso l’info point.
CONTAMINAZIONI CULTURALI
Spettacolo teatrale “Potevo Essere io”, di Renata Ciaravino e con Arianna Scommegna
Uno spettacolo dedicato ai bambini che siamo stati e che non smetteremo mai di essere, uno spettacolo dedicato a chi è sopravvissuto all’infanzia.
I bambini coi genitori terroni che giocavano in cortile a lanciarsi palloncini con dentro le lamette, le mamme che facevano le pulizie negli ospedali, i piedi impigliati in scarpe da tennis con la punta tagliata che diventavano sandali da tennis, per risparmiare. I ragazzi che al parco si sputavano in faccia, dopo essersi tirati i capelli in una piscina comunale, che facevano la tangenziale contromano per scommessa, che facevano l’amore nei parcheggi vuoti dei supermercati. Quei bambini e ragazzi poi sono cresciuti: ognuno a procedere alla cieca cercando di salvarsi. Ma cosa ci fa salvare? Quante volte abbiamo detto: “Potevo essere io, e invece, poi, no.”
“Potevo essere io” è il racconto di una bambina e un bambino che diventano grandi partendo dallo stesso cortile. Due partenze uguale ma con dei finali diversi e in mezzo la vita.
Chi racconta, Arianna Scommegna, è quella bambina: che cerca di capire insieme allo spettatore, cosa sono state queste due storie. Con l’ausilio del video “Potevo essere io” racconta una storia senza essere uno spettacolo di narrazione pura, uno spettacolo che cerca la lievità, in cui la commedia irrompe nella tragedia.