Social Cohesion Days, II edizione

26 - 27 - 28 maggio 2016, Reggio Emilia

2 giorni a Reggio Emilia

Cosa visitare per poter dire di avere colto l'essenza della città?

In primo luogo è fondamentale il giro delle piazze per orientarsi nella città e comprenderne dimensioni, distanze, stili di vita. Partendo da piazza della Vittoria è possibile vedere lo storico Teatro Municipale dedicato a Romolo Valli. Il Teatro fu inaugurato nel 1856 ed è una delle più compiute espressione di stile neoclassico emiliano. Nella stessa piazza si trovano anche il Teatro Ariosto (non lontano dalla Cavallerizza) e la Galleria Parmeggiani, riconoscibile per la sua torretta neogotica. Sulla destra del Teatro Valli si trova invece il complesso del monastero di San Francesco, che oggi ospita la nutrita collezione dei Musei Civici. Proseguendo verso piazza del Monte si incontra, da sinistra, il seicentesco palazzo Bussetti, riconoscibile per il lanternone d’angolo. Sulla piazza affaccia anche il palazzo del Capitano del Popolo (Hotel Posta), edificio medievale rivisitato però in gusto storicista nei primi anni del Novecento. Di fronte il palazzo del Monte di Pietà (ora sede dell’Unicredit), prima sede municipale della città. Di fronte scorre la via Emilia, tracciato romano risalente al 187 a. C.

Più oltre si trova piazza Prampolini, dedicata al primo sindaco socialista d’Italia. Proprio di fronte al Palazzo del Monte di Pietà si trova l’antica statua rappresentante il fiume Crostolo (che fino al 1300 circa scorreva all’interno della città) e risalente al XVII secolo. Da destra si incontra il palazzo delle Notarie (con l’alto e celeberrimo “portico dell’impiccato”).

Percorrendo brevemente via dell’Angelo si incontra la casa Malaguzzi (riconoscibile per il piccolo bassorilievo raffigurante un angelo sullo spigolo della costruzione) casa natale della madre di Ludovico Ariosto. Proseguendo nella piazza si trova il palazzo municipale, all’interno della quale si trova la Sala del Tricolore ed il relativo museo. Alle sue spalle spicca sulla piazza la torre del bordello. Il luogo di piacere a cui allude il nome pare non si trovasse proprio nella torre, ma nella via sottostante. Sul lato sinistro della piazza si incontra poi il palazzo del Vescovado all’interno del quale si incastona il sottopassaggio pedonale del “Broletto” (gli antichi “broli” o orti dei canonici), la Cattedrale della Santissima Annunziata e infine il Battistero.

Attraversando il Broletto si giunge in piazza San Prospero. Alle nostre spalle si trova l’articolata mole delle absidi del Duomo. Di fronte si trova invece la chiesa dedicata al patrono cittadino san Prospero, vescovo di Reggio Emilia nel V secolo d. C. Da non perdere all’interno la decorazione absidale di Camillo Procaccini rappresentante il Giudizio Universale. Di grande interesse anche la torre campanaria ottagonale in arenaria, per la quale la tradizione narra che partecipò alla progettazione anche Giulio Romano, in quegli anni a Mantova. Proseguendo dietro la torre campanaria si giunge in via san Carlo. Lungo la strada, sulla destra, la severa facciata della sconsacrata chiesa seicentesca di San Carlo. Sulla sinistra invece sporge l’alto arco della casa dei commercianti di panno. Anticamente si trovavano lungo questa via le concerie della città. La casa si contraddistingue per la figura di caprone nel capitello. Al termine della via si trova piazza Fontanesi, suggestivamente incorniciata da palazzi costruiti tra il Quattrocento e il Settecento.

Tornando in piazza Prampolini è possibile proseguire da via Farini (alla destra del Municipio). Su questa via si trovano la chiesa e il palazzo San Giorgio. La chiesa è stata restaurata e riconsacrata durante il Giubileo del 2000. Il palazzo è ora sede della Biblioteca Municipale “A. Panizzi”. Gli amanti dell’arte contemporanea non dovranno perdere, all’interno di essa il dipinto di Sol Lewit “Whirls and Twirls”. In fondo alla via si giunge in piazza del Cristo. Sulla sinistra l’interessante forma di palazzo Rangone e della settecentesca Chiesa del Cristo. Sulla destra parte corso Garibaldi antico letto del torrente Crostolo. lungo la via, sulla sinistra da non perdere Palazzo Magnani importante sede museale provinciale e sulla sinistra la grande Basilica della Ghiara, che anche Federcio Zeri definì “la più grande pinacoteca del Seicento emiliano”.

Giunti all’obelisco che segna il termine della via è possibile girare a destra, lungo la via Emilia. Dopo qualche centinaia di metri, sulla sinistra, è possibile inoltrarsi in via dell’Aquila. La stretta stradina rappresenta l’arteria centrale dell’antico Ghetto ebraico (l’aquila citata nella toponomastica era il simbolo estense che caratterizzava il cancello del ghetto che ogni sera veniva rinchiuso). Sulla destra si incontra la sinagoga, ricostruita dopo la distruzione avvenuta nella seconda Guerra Mondiale. La Torah reggiana fu portata dopo la guerra a Gaifa (Israele), oggi l’edificio è visitabile ma non vi si tengono celebrazioni di culto. Proseguendo fino alla fine della via e poi girando verso destra si arriva su Corso Cairoli, proprio sul lato della Galleria Parmeggiani. Se sono presenti le guide fatevi raccontare la storia di questo avventuriero reggiano, che pare abbia spacciato i suoi “falsi d’autore” ai più grandi musei di tutto il mondo. Ciò detto siamo tornati al nostro punto di partenza.

Una volta visitato il nucleo storico principale della città è possibile scegliere itinerari e approfondimenti diversi. Di particolare interesse, dopo tante testimonianze antiche, visitare alcuni dei luoghi che sono stati protagonisti delle vicende moderne della città e, in qualche modo, ne rappresentano il futuro. Uscendo dal centro città una visita memorabile è quella alla Stazione AV Mediopadana e ai ponti in prossimità dell’uscita autostradale progettati da Santiago Calatrava, entrambi elementi di un nuovo e moderno panorama urbano che sta diventando il nuovo volto della città. Altro spazio di sicuro interesse è quello dello del Centro Internazionale Loris Malaguzzi che occupa gli edifici della ex Locatelli, in un intervento di recupero di architetture e spazi industriali, così restituiti all’uso della città. Accanto merita una visita il progetto del Tecnopolo, anch’esso partito dal recupero di alcuni spazi industriali delle Officine Reggiane e destinato a diventare un laboratorio di ricerca industriale e universitaria. Il muro di cinta che circonda l’edificio è stato poi arricchito con una serie di murales che ripercorrono la storia delle Reggiane dalla fondazione, nel 1904, alla chiusura. Un importante brano di storia locale che viene così raccontato per tornare a vivere. Recupero è stata la parola d’ordine anche per la realizzazione della nuova sede della Fondazione Nazionale della Danza Compagnia Aterballetto, in una ex fonderia della Lombardini Motori, costruita nel 1938. Il design originale, valorizzato nella nuova struttura dialoga con sale prova e attrezzi di allenamento per ballerini: lunga 65 m, larga 16 e alta 13. L’esterno inoltre è stato allestito con l’opera di Eliseo Mattiacci “Danza di Astri e di Stelle”, realizzata nel 2006.

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